C'è un bambino considerato
"diverso", ma diverso non è.
C'è un bambino che ha un ritardo cognitivo
e qualche problema comportamentale, ma è un valore aggiunto per chiunque gli stia
accanto.
C'è un bambino che rappresenta un
"peso" per qualcuno, ma non certamente per la sua famiglia e i suoi
amici.
Quel qualcuno, in realtà, è un
prete. Già. Un prete che dovrebbe rappresentare la Chiesa e quindi Dio e suo
figlio morto in croce per tutti noi, che dovrebbe predicare l'amore e la carità
cristiana e tutte queste belle parole. Si, belle parole in questo caso perché
di fatti che dimostrano l'amore io, in questa storia, proprio non ne vedo.
Non ho scritto fino a oggi perché la
"storia" mi coinvolge troppo, ma, a prescindere da tutto, odio le ingiustizie
e questa è una ingiustizia compiuta da un ministro di Dio e se un Dio esiste non credo permetterebbe tutto
questo. Non permetterebbe a un prete insulso di non ammettere al catechismo un bambino
che, nel bel mezzo di una conversazione, alza la voce o non ascolta. Non è lui il diverso. No, per niente proprio.
Diverso è quel prete e diversi sono tutti coloro che si sono scagliati -
insieme a lui - contro quella madre che avrebbe voluto semplicemente far frequentare
il catechismo a suo figlio e farlo partecipare alla messa, come peraltro è già abituato
a fare. Diversi sono tutti quei bigotti abituati a parlare e sparlare, puntare
il dito e giudicare, pensando che la mamma di quel figlio "rifiutato"
dal prete se ne voglia liberare per qualche ora. E no. A questo io non ci sto.
No, perché io la mamma e il papà di quel bambino, che qui chiamerò Tesoro, mai hanno
considerato il figlio un peso o "qualcosa" di cui "liberarsi"
per qualche ora. Ne' loro né i suoi nonni che da sempre lo trattano con normalità.
Tesoro è un bambino che viene rimproverato quando non si comporta bene e viene
elogiato quando fa il bravo. Sa suonare il pianoforte e fa equitazione. Partecipa
alle feste degli amichetti e per un certo periodo ha amato le sirene, quelle
delle auto della polizia, e si entusiasmava quando le sentiva. I genitori di
Tesoro mai hanno mostrato al mondo un figlio diverso, mai lo hanno fatto sentire
tale. C'è una mamma che si è donata completamente a lui con tutta la normalità
del mondo, che ha sempre vissuto la quotidianità come qualsiasi altra mamma e
che io ho sempre rispettato e ammirato proprio per questo. Quella mamma si dedica
ai suoi figli come fanno tutte le mamme. Non chiede nulla. Non è e non fa la
vittima. Non "abbandona" suo figlio per qualche ora in un posto qualsiasi
per liberarsi di un "peso" per qualche ora della giornata. Non lo fa
lei, non lo fa il padre, non lo fanno i
nonni. Tesoro ha una famiglia bella, unita, una famiglia da sempre stretta
attorno a lui che - nel corso degli anni - lo ha incoraggiato e continuamente
stimolato a fare parte integrante della società perché lui appartiene a quella società,
è un pezzo fondamentale di quella società come tutti noi. È una ricchezza.
Tesoro è quel bambino con cui giocavo
quando era più piccolo, divertendomi terribilmente. È lui che, nei giochi di bimbo,
si entusiasmava per le piccole vittorie raggiunte e urlava. Si urlava per dirmi
che ne era felice. E quelle urla non mi infastidivano per niente. Oggi lui è un
piccolo ometto che di progressi ne ha fatti tanti e di vittorie ne ha ottenute
pure tante. Tutto questo grazie alla sua mamma, al suo papà, alla sua famiglia, alla sua educatrice.
Ciascuno di noi, in questo mondo, è
un valore aggiunto. Non ci sono "diversità" che tengano. Mai.